No alla riorganizzazione della rete ospedaliera: nota congiunta di PeR e Collettivo Letizia

La riorganizzazione del sistema sanitario siciliano ha provocato in questi giorni reazioni, dubbi e polemiche.
«Esprimiamo il nostro NO alla riorganizzazione della rete ospedaliera in discussione alla Regione Sicilia. Il taglio dei posti letto nella nostra provincia non fa altro che reiterare la negativa situazione delle nostre strutture rispetto alle medie italiane». È, ad esempio, quanto si legge nella nota inviata congiuntamente dall’onorevole Miguel Donegani e Salvatore Porsio (rispettivamente segretario regionale e provinciale di Progressisti e Rinnovatori) insieme al portavoce del Collettivo Letizia, Gianfranco Cammarata.
«Basterebbe dare uno sguardo alle previsioni di legge applicate alla nostra realtà» – si legge nella nota – «per accorgersi quanto siamo distanti da quelle.
In dettaglio abbiamo 573 posti letto per le acuzie, mentre ne sarebbero previsti 741; 49 posti letto per la riabilitazione, contro una previsione di 123; 15 posti letto per la lungodegenza mentre dovremmo averne 49.
Di fronte a tali indici […] proporre una ulteriore decurtazione ci appare ingiusto nei confronti dei cittadini di questa porzione di terra, uno schiaffo dato a chi oggi soffre enormemente per la precarietà dell’offerta sanitaria, in conseguenza della quale è costretto ad aumentare la spesa personale o, peggio ancora, a rinunciare alle cure.
Non si può giustificare l’operazione riferendosi al calo della popolazione residente, giacché il calo non farebbe altro che avvicinare le nostre cifre medie a quelle nazionali, senza raggiungerle, per altro. E nel particolare mancano indicazioni precise al futuro delle strutture ospedaliere minori, alle quali andrebbe data una precisa mission operativa, nel tentativo di potenziare i servizi territoriali.
Vien da domandarsi, solo per citarne uno, che fine ha fatto l’idea del Polo Oncologico per San Cataldo, con il potenziamento dei servizi di moderna radiologia e di moderne cure con acceleratori lineari di ultima generazione.
Per questi motivi chiediamo al governo regionale di rimodulare la proposta, ascoltando le necessità vere della popolazione residente».