Donne per la pace in piazza della Repubblica contro tutte le guerre

È una spirale di odio quella determinata dalla guerra, che avvolge quotidianamente le nostre vite e si ripercuote anche nelle strade dell’Occidente. Perché l’uccisione dei dipendenti dell’ambasciata di Israele a Washington, Sarah Milgrim e Yaron Lischinsky, freddati davanti al museo ebraico, lascia sgomenti. Come atterriti e sgomenti lasciano le morti dei bambini e delle bambine di Gaza, ma anche dei civili e dei soldati in una terra avvilita e distrutta ogni giorno di più e che sempre più è terra di nessuno.
“Fuori la guerra dalla storia”, le donne di Palermo e di Caltanissetta non si stancheranno mai di dirlo anche se, in questo, sanno di essere sole. “Fuori la guerra dalla storia” con tutto il suo carico di dolore, sopruso e morte. Proprio per manifestare contro la guerra, anche il 24 di questo mese le donne del Presidio per la pace hanno deciso di esserci e diffondere il loro pensiero.
Palermo, piazza Politeama, dalle 17.00 alle 19.00 del 24 maggio 2025: “Come femministe, pacifiste e nonviolente, sentiamo l’eco di questo orrore nelle nostre stesse lotte contro la violenza patriarcale in tutte le sue forme. E riconosciamo nel dolore di Gaza il riflesso di un sistema che opprime, sfrutta e distrugge, un sistema intriso di logiche di dominio e di guerra” recita il documento diramato, dove si legge che le donne del Presidio aderiscono convintamente all’appello “50.000 sudari per Gaza” come le donne di Caltanissetta, che si ritroveranno, il 24 corrente mese, dalle 18.00 alle 19.30 in piazza della Repubblica.
“Chi può – si legge nel documento nisseno – porti un lenzuolo, un drappo bianco. Lo stenderemo a terra, ne saremo circondatə per GAZA e per NOI”.
“Il Presidio donne per la pace di Caltanissetta – continua il documento – non ha mai esposto né accettato nelle sue manifestazioni pubbliche bandiere nazionali di nessun Paese, ma il 24 maggio prossimo le bandiere ci saranno e saranno quelle della Palestina.
Basta genocidio, fermati Israele, nessuno potrà dirsi innocente, nessuno potrà dire “ho solo obbedito agli ordini”, non permettete che Benjamin Netanyahu rinneghi la vostra storia, insozzi il vostro e il nostro dolore per quello che vi è stato fatto nei secoli e ai nostri giorni […]”.
Nel silenzio generale, la voce delle donne rimane chiara.