26 Giugno 2025
L'opinione

Antenna RAI: e se diventasse tante opere d’arte da collocare in città per abbellirne gli spazi?

Francesco Guadagnuolo, Via Redentore all’alba, 1971.
Olio su tela (50X60 cm), collezione privata.

A pochi giorni dall’inizio del mese di luglio, non si placano le reazioni alla decisione di abbattere l’antenna RAI di colle Sant’Anna, che ha fatto diventare Caltanissetta protagonista delle telecomunicazioni nel secolo scorso. Il progresso ha reso, però, lo storico manufatto obsoleto, come sempre e giustamente accade con i mutamenti di scienza e tecnologia. Di fronte ai pericoli che una struttura di 286 metri potrebbe presentare per le zone limitrofe e alle risorse che verrebbero distratte per manutenerla, il fatto che venga abbattuta non rappresenta allora la decisione migliore?

Molti cittadini e associazioni non la pensano così e non rinunciano a tentare tutte le strade per evitarne l’ormai imminente abbattimento, continuando a correre contro il tempo e a non sentir ragioni.

Tra le proposte presentate, ci si chiede allora se, ormai abbattuta, l’antenna non possa essere inserita in un discorso estetico, a metà tra l’archeologia industriale e l’arte contemporanea. Magari dandone pezzi ad artisti di livello e organizzando un concorso di idee basato sullo sviluppo di un tema. Non credete che non occorra mantenere l’antenna in piedi per valorizzare il ruolo di Caltanissetta nelle telecomunicazioni e per creare opere d’arte e cultura che abbelliscano gli spazi cittadini?

Intanto, per rimanere in argomento, ecco “Via Redentore all’Alba”, dipinto che Francesco Guadagnuolo realizzò a quattordici anni e che oggi torna sulla scena del panorama artistico siciliano. L’opera è stata prodotta nel 1971 e vuole essere un omaggio all’antenna che per decenni ha dominato il paesaggio cittadino prima di essere dismessa nel 2004. Con nota a mezzo stampa inviata dall’Osservatorio Arte contemporanea, Guadagnolo invita «a non lasciar cadere il gigante senza colpo ferire» ma a renderlo «opera d’arte condivisa, laboratorio di storia e innovazione. […] Non un relitto da abbattere, ma un faro per le nuove generazioni».

Viene spontanea allora una domanda: la creatività, la fantasia e l’ingegno mossi dall’arte non riescono a rendere bellissimi anche i pezzi di un’antenna abbattuta e smembrata, se opportunamente inseriti in un contesto che li valorizzi? E non è forse questo il solo modo per rendere viva e attuale quella forza dirompente che, in giovinezza, il traliccio ha dimostrato?

Voi che ne pensate?

 

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