Italia Nostra Sicilia: a Caltanissetta, tre luoghi da sottrarre all’incuria

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota del presidente di “Italia Nostra Sicilia”, Leandro Janni, sui luoghi nisseni da attenzionare e sottrarre all’incuria:
«Nella Caltanissetta dei primi giorni d’estate del 2025 non c’è solo la pressante “questione dell’antenna RAI di colle Sant’Anna”. Tante altre sono le criticità e le opportunità di questo nostro territorio bellissimo, dolente, ferito. E noi di certo non ci rassegniamo all’inerzia. All’inefficienza politica e amministrativa.
Lo scorso sabato pomeriggio, facendo un giro di perlustrazione in città (noi ambientalisti abbiamo questa peculiare abitudine del “perlustrare” il territorio), ho notato tre luoghi, tre situazioni che hanno suscitato in me un inevitabile sconcerto. Attraversando Piazza Garibaldi, ho dovuto constatare che sono trascorsi cinque mesi dalla nostra ultima segnalazione riguardo alla Fontana del Tritone (foto n.1), ma lo stato di degrado del monumento simbolo della città permane sostanzialmente immutato (https://www.italianostra.org/sezioni-e-consigli-regionali/sicilia/caltanissetta/leterno-degrado-della-fontana-del-tritone/). Quanto dovremo aspettare ancora per vedere la Fontana del Tritone risanata, con acqua limpida e zampillante?
Il secondo luogo si trova nella zona della prima espansione urbanistica della città, a ridosso di Viale della Regione. Sto parlando dell’Area demaniale archeologica Palmintelli (foto n.2). Il sito è venuto alla luce a seguito degli scavi condotti nel 1988. La zona su cui adesso sorge uno singolare giardino ospitava originariamente un complesso funerario di tombe a grotticella, risalente all’età del bronzo (se ne è salvata soltanto una dalla furia speculativa degli anni scorsi). Anche per questo sito abbiamo fatto diverse segnalazioni nel corso degli anni. Dallo stato di abbandono e di permanente chiusura in cui si trova l’area archeologica Palmintelli, dobbiamo prendere atto che queste nostre segnalazioni, queste nostre sollecitazioni sono state vane (Incendio nell’area archeologica Palmintelli, a Caltanissetta, in pieno territorio urbano).
Infine, il terzo luogo. Siamo nello spazio adiacente all’ingresso dell’ITET Rapisardi Da Vinci, nel punto in cui via Gaetano Costa e via Filippo Turati convergono in una rotatoria; in uno di quei residui frammenti della campagna nissena che connotano le parti più periferiche della città (foto n.3). Bene: in questo spazio, in questo luogo è stato impiantato di recente un cantiere edile finalizzato alla realizzazione di un fabbricato che conterrà appartamenti e locali commerciali. Inevitabilmente mi chiedo: come è possibile che in una città piena di case e appartamenti disabitati (in centro storico, nella parte a ridosso del centro e nelle diverse periferie), il cui valore commerciale si svaluta ogni giorno di più, si continuino a costruire edifici condominiali a più piani? Come è possibile che l’Ufficio Tecnico Comunale continui a rilasciare concessioni edilizie per nuove costruzioni? Nelle poche riunioni pubbliche sul nuovo PUG – Piano Urbanistico Generale – non si era affermato il principio “consumo di suolo zero”? Non si era parlato di “riqualificazione” dei tessuti urbani attraverso spazi verdi e servizi? Non si era parlato di “rigenerazione”? E anche su questi temi abbiamo scritto e denunciato lo stato delle cose, nel corso degli anni (La città venduta. Vent’anni di urbanistica contrattata a Caltanissetta). A futura memoria, ovviamente».