29 Aprile 2024
Indovina chi viene a cena

Una storia da leggere, una ricetta da realizzare. Il contributo di Loredana Rosa per i giorni da passare in casa

Loredana Rosa

Pubblichiamo la seconda storia con ricetta di Loredana Rosa, fondatrice dell’associazione “Onde donneinmovimento”, da sempre impegnata sul fronte dei diritti delle donne. In questa rubrica cerchiamo di condividere la nostra particolarità in cucina, che può rivelarsi utile a trascorrere il nostro tempo a casa, nel rispetto delle misure intraprese dal governo per fermare il contagio da Covid-19. Ecco la storia e la ricetta di Loredana:

Dalla pianura

Fece ciao con la mano ai nipoti che si erano voltati per chiudere il cancello della staccionata. Dalla vetrata del soggiorno alzò gli occhi sulle grandi vette bianche, poi li abbassò verso il fondo della valle e pensò che quel dovere alzare e abbassare gli occhi e anche la testa tanto erano l’alto e il basso, l’impossibilità di abbracciare tutto in un unico sguardo fermo era… cercò la parola… faticoso ecco. Non che il panorama non fosse bellissimo, ma era un panorama turistico, non era il suo. Con il tempo si sarebbe abituata, forse. Non ci aveva mai pensato, non immaginava di doverci pensare. Era venuta in quel paese oltre il confine, e non era la prima volta, perché il figlio e la nuora dovevano allontanarsi per motivi di lavoro per un periodo più lungo del solito, così si era offerta di badare ai nipoti, non più bambini ma non ancora abbastanza grandi da restare da soli. Il giorno del suo arrivo il figlio le aveva detto (scherzando?): “Questa è la prova generale…” si riferiva al fatto che prima o poi avrebbe dovuto andare a vivere con loro. Erano tanti anni che glielo chiedeva e anche la nuora, alla quale voleva bene come a una figlia, insisteva: “Ma cosa fai ancora lì…”.

Era nata e cresciuta in una terra di pianura, acque basse, argini dritti, biciclette, non potevi guardare lontano ma quello che ti stava intorno lo vedevi tutto e bene, per guardare lontano gli abitanti di quei luoghi avevano costruito delle torri, perciò il “lontano” non era un confuso spazio distante e indifferente ma un “altro” dal quale poteva venire il bene e il male. Pochi anni dopo il matrimonio suo marito, funzionario dello Stato, fu mandato a sud, un po’ per punizione e un po’ per punire e lei, naturalmente, lo seguì. Arrivò in un’altra pianura molto diversa dalla sua, più piccola ma molto bella, una distesa di aranci, piccoli alberi intensi e fitti, immobili e silenziosi, le pianure non hanno vento e gli aranceti non stormiscono. Erano rimasti lì, anche dopo che il figlio era andato per la sua strada, tanti altri anni tranquilli, i primi giorni d’estate segnati dall’odore della zagara e l’inverno colorato dalle arance che occhieggiavano dagli alberi o riempivano i camion, i furgoncini, le carrette. Lei era rimasta anche dopo la morte del marito in quel paese tiepido dove conosceva tutti e tutti la conoscevano.

Si rendeva conto che il figlio aveva ragione, saperla lontana e ormai vecchia lo angustiava ed era questa angustia che le dava pensiero, fosse stato per lei avrebbe continuato così fino alla fine, le “vacanze” con loro e la sua vita tra gli aranci e la gente che ancora la chiamava signora maestra. Ma poteva lei resistere agli occhi del figlio che la vedevano morire sola? Poteva sopportare il peso di quel pensiero doloroso e colpevole di cui i suoi cari si gravavano? Non avrebbe potuto, non per molto ancora. Questa tra i monti sarebbe stata la sua ultima casa, nel cuore le sue due pianure, il riso e le arance.

 

Riso all’arancia

Riso                                                                         80 g

preparato per soffritto                                              1 cucchiaio (se surgelato) 1 cucchiaino (se disidratato)

arancia                                                                     ½

granulare per brodo                                                 ½ cucchiaino

olio o burro (come preferite)                                   1 cucchiaio   1 cucchiaino

prezzemolo tritato                                                    1 cucchiaino

noce moscata                                                          q.b.

pepe nero                                                                q.b.

sale                                                                          q.b.

 

Questa è la dose per una persona. Fate bollire il riso con abbondante sale, quando è ancora molto al dente, scolatelo e sciacquatelo più volte in acqua fredda in modo che i chicchi siano ben separati (potete prepararlo anche il giorno prima); preparate il soffritto come indicato nella confezione aggiungendo una spolverata di pepe e di noce moscata; grattugiate la buccia dell’arancia e spremetene il succo, mischiateli insieme; in due cucchiai di acqua calda sciogliete il granulare e appena il soffritto è pronto versatevi il riso, rigiratelo per due minuti quindi unite il brodino, il succo dell’arancia con la buccia grattugiata e il prezzemolo tritato. Fate asciugare a fuoco vivace per qualche minuto. Servite subito.

 

 

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