9 Maggio 2024
L'opinione

«Centro storico, grande mercato del Mediterraneo»: intervista a Leandro Janni

Zona del centro storico di Caltanissetta. Foto di Leandro Janni
Alla vigilia delle elezioni amministrative, sempre proposito del centro storico e della sua vivibilità, abbiamo intervistato l’architetto Leandro Ianni, presidente di Italia Nostra Sicilia.

Secondo te, questo dibattito sulla fruibilità del centro storico ha distolto, nel tempo, l’attenzione da un’idea più larga di città e dalla sua vivibilità complessiva?
«Certo che l’ha distolto. D’altronde per un sindaco, per un’amministrazione comunale gestire e ridefinire un territorio urbano vasto e dispersivo come quello nisseno è un problema che è meglio rimuovere. E infatti del nuovo PUC – Piano Urbanistico Comunale – non se ne sa nulla. Non se ne parla. Il centro storico negli ultimi anni è stato un alibi politico-amministrativo».

Come vedi il centro storico, oggi?
«Lo vedo in gran parte in disfacimento. Quantomeno negli antichi tessuti abitativi, nelle case e nelle vie dei quartieri storici. Poi, ovviamente, c’è l’ex salotto buono della città, ovvero i due corsi principali – Corso Umberto I e Corso Vittorio Emanuele – e Piazza Garibaldi: architettonicamente immutati ma oggi profondamente cambiati dal punto di vista delle attività commerciali e frequentati, vissuti principalmente – se non esclusivamente – da cosiddetti cittadini extracomunitari».

Sospendere provvisoriamente l’isola pedonale in corso Umberto I ha destato, nei giorni scorsi, qualche entusiasmo. Come la pensi in proposito?
«È un entusiasmo tanto effimero quanto illusorio. Di certo è patetico ridurre la complessa questione della vivibilità e della mobilità nel centro storico di Caltanissetta al tema da chiacchiera da bar “isoletta pedonale sì”, “isoletta pedonale no”. Ma questo è avvenuto e continua ad avvenire».

Possiamo parlare di quella che è stata (o non è stata) la Grande Piazza e dei risultati concreti, se vi sono stati, di quel progetto?
«Certo. “La Grande Piazza” è stata una grande illusione. Uno slogan efficace. La Grande Piazza – diciamolo – era quella di fine Ottocento, primi Novecento. Un luogo, uno spazio che abbiamo vissuto fino agli anni Sessanta-Settanta. Un luogo, uno spazio in cui si ritrovavano tutti i nisseni, tutti i ceti sociali della città. Un luogo, uno spazio palpitante di vita, di voci, di suoni, di colori e di odori. E d’altronde, prima, tutti i nisseni abitavano in quello che adesso chiamiamo “centro storico”».

Cos’ha impedito di raggiungere gli obiettivi indicati dalla Grande Piazza?
«Il progetto vincitore del concorso La Grande Piazza è stato modificato, alterato, tradito. E poi, l’architettura (in questo caso parlerei di arredo urbano) è solo sovrastruttura. In questa nostra città i problemi vengono da un’economia molto indebolita e da una gestione politico-amministrativa inadeguata. Da una perdita di identità che non sappiamo ridefinire. L’emigrazione di tanti, troppi giovani nisseni è una ferita aperta che indebolisce la nostra comunità».

Se fossi assessore al ramo, quali iniziative metteresti in campo per rendere bello e fruibile il centro storico della città?
«Sono stati fatti dei tentativi, negli ultimi anni, in tal senso, ma i risultati sono scarsi. Non soddisfacenti. E comunque, prima di tutto pulizia, decoro, un efficace ed efficiente sistema di illuminazione. Cura. Individuare risorse economico-finanziarie per interventi di recupero, di rigenerazione. Questo, nel contesto di un progetto generale, organico. Ma il centro storico va reso prioritariamente più vivo, tornando ad abitarlo. E, come ho proposto più volte, punterei decisamente a favorire l’accoglienza, l’integrazione e la formazione di cittadini e famiglie provenienti da paesi lontani in difficoltà. E poi farei del nostro centro storico un grande mercato del Mediterraneo, un grande spazio (possiamo pure chiamarlo “parco”) dello stile e della cultura mediterranea al centro dell’Isola. Un tale progetto, d’altronde, esiste già. Mi pare. Che altro dire? Spes contra spem».

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Un pensiero su “«Centro storico, grande mercato del Mediterraneo»: intervista a Leandro Janni

  • Il centro storico di Caltanissetta è uno dei belli della Sicilia.io vivo in un paese della provincia nissena, ho compiuto gli studi della scuola superiore all’Istuto “A. Manzoni” di Caltanissetta poi dopo la l’università ed alcuni anni di lavoro fuori sono tornata a Caltanissetta per lavoro per oltre 20 anni. Ho vissuto la città come la mia casa, al punto tale che mi sento più nissena che di Milena.
    Dopo questo inciso potrei elencare una miriade di problemi mai risolti sul centro storico, che amo tanto sia per la sua architettura, sia per i giochi di colori che mutano durante il giorno ed in alcuni momenti i riflessi sono molto suggestivi mettendo in risalto alcuni angoli o particolari degli edifici che si affacciano sia nella piazza nonché nel corso, ma anche nelle strade secondarie.
    Per viverlo il centro storico bisognerebbe che si potesse accedere con facilità, ed è soprattutto questo il motivo che ha allontanato i nisseni ad abbandonarlo, mancanza di parcheggi e mezzi pubblici inefficienti, adesso mancanza di negozi e locali. Secondo me il vero problema è la viabilità fluida. Forse creando un parcheggio e collegarlo con delle navette, con orari frequenti in alcune ore della giornata, fino a mezzanotte. E’ solo un mio pensiero nei confronti di una città che amo e che è nel mio cuore insieme ai tanti amici che ho conosciuto.

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