8 Dicembre 2024
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Danzare ai tempi del coronavirus. Parla Mara Salvaggio, ballerina solista nissena a Plovdiv

Mara Salvaggio nel ruolo del cigno nero nel Lago dei cigni

Mara Salvaggio, nissena, ballerina solista, ci racconta come si vive l’emergenza sanitaria in Bulgaria. Ancora una volta, vengono fuori la sua tenacia e il grande affetto che ha per la famiglia.

Ciao, grazie per avere accettato di farti intervistare. Inizierei prima di tutto col chiederti cosa fai a Plovdiv, dove lavori e in che ruolo…

«Attualmente faccio parte della compagnia di danza del Teatro dell’Opera di Plovdiv e lavoro principalmente come solista».

Plovdiv è una bella città della Bulgaria. Il coronavirus è arrivato anche lì? Come? Ne avete sentito parlare, avete dei contagiati o stanno predisponendo comunque misure particolari per evitare che arrivi? Qual è la situazione?

«Confermo che Plovdiv è una città meravigliosa, nonché nominata città della Cultura Europea 2019. Sfortunatamente sì, il coronavirus è arrivato anche qui da noi in Bulgaria nell’ultima settimana, ma non nella mia città. Sono state ipotizzate molte possibilità sull’origine di questo ma ancora niente di sicuro. Attualmente ci sono 23 contagi e una perdita. Fortunatamente sono già state tutte le misure di sicurezza per fermare il contagio».

Faccio una domanda a te, che sei una ballerina. La pandemia ha già avuto o avrà delle conseguenze per le vostre tournee? Potrete continuare tranquillamente a ballare o c’è il fermo come in Italia?

«Ti racconto che dopo la notizia dei primi due casi di coronavirus sono stati immediatamente disinfettati e sanificati i principali centri delle città e il nostro teatro. Hanno chiuso cinema e teatri e hanno rimandato ogni tipo di evento di massa. Adesso la situazione sembra sotto controllo e per precauzione, la settimana a venire, anche noi ci fermeremo con le prove in teatro».

In giro c’è gente, la vostra vita si svolge normalmente o avete dovuto modificare le vostre abitudini pure voi?

«Questo ancora no. Le persone ancora circolano per la strada e nessuno ha cambiato di molto le proprie abitudini, ma sicuramente siamo già tutti forniti di apposite mascherine e guanti, nel nostro rispetto e di tutti coloro che ci circondano».

Cosa significa per una ballerina o un ballerino doversi fermare? Vuoi dire qualcosa ai tuoi colleghi e colleghe italiani e nisseni?

«Come ti dicevo prima, abbiamo dovuto interrompere temporaneamente le prove e rimandare tutti gli spettacoli. Aspettiamo aggiornamenti su una data di ripresa, ma possiamo solo sperare che la situazione migliori. Per un ballerino non c’è cosa peggiore del doversi fermare improvvisamente e soprattutto senza una data di ripresa effettiva, specialmente se bisognerà rimettersi in forma in fretta, per poter affrontare tutti gli spettacoli rimandati. Suggerisco a tutti i miei colleghi di trovare il modo, anche dentro casa, di non fermarsi mai con le proprie abitudini sportive, rispettare un’alimentazione adeguata e l’attività fisica».

Qual è l’atteggiamento che prevale nei confronti dell’Italia, che è una fra le nazioni più attraversate dal virus?

«Involontariamente prevale la paura ma, nello stesso tempo, tanto supporto. Sentire attraverso i telegiornali e i media a che punto è arrivata l’Italia, della crescita dei contagi e del modo in cui le persone devono condurre la propria vita, può solo intimorire. Ma penso che sia anche un esempio per imparare subito ad applicare tutte le norme di prevenzione».

Posso chiederti quando sei stata l’ultima volta a Caltanissetta e se hai avuto problemi a rientrare?

«Sono stata a Caltanissetta intorno alla metà di febbraio, momento in cui la Sicilia, in particolare modo Caltanissetta, era ancora molto estranea al coronavirus e di conseguenza non ho avuto nessun tipo di problema nel tornare a casa e poi rientrare in Bulgaria».

Come ti senti, in questa situazione, ad avere la famiglia in uno dei paesi più colpiti?

«Penso che, come tutte le persone lontane da casa, è normale avere costantemente la testa impegnata dal pensiero che le persone più care si trovino in uno stato di emergenza e di relativo pericolo. Sono telefonicamente in contatto con la mia famiglia e devo dire che ogni giorno ricevo tanto supporto e rassicurazione da parte loro. Siamo lontani ma anche tanto vicini tra noi!»

 

 

 

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