Il 6 maggio, il regista Michael Cavalieri al Multisala Palazzo Moncada
Michael Cavalieri è un attore e regista siculo americano di fama internazionale, noto al grande pubblico soprattutto per aver interpretato il ruolo di Ned Randall nel film di Christopher Cain “The next karate kid” (1994). Di origini siciliane, Cavalieri ha anche diretto il mediometraggio “Ritornato” (2021), storia di emigrazione e riscoperta delle proprie radici girata a Limina (Messina). Questo suo viaggio di riscoperta, che nell’isola gli ha procurato diversi riconoscimenti, è andato avanti fino alla realizzazione del documentario “La porta dell’inferno” (2022), omaggio ai carusi delle miniere di zolfo della Sicilia centrale che sarà proiettato lunedì 6 maggio, alle 10.00, sul grande schermo del Multisala Palazzo Moncada. In sala, il regista discuterà con le scolaresche invitate a far parte del pubblico.
Dopo la sua uscita, “La porta dell’inferno” è stato presentato in diversi comuni siciliani come Petralia, Piazza Armerina, Aidone e Sciacca e negli USA è stato insignito di un premio dalla Columbus Citizen foundation.
L’iniziativa nissena ha il patrocinio del Comune ed è organizzata dalle associazioni Inner Sicily e Mineralogica Paleontologica e della Cultura della solfara di Sicilia. Nell’organizzazione hanno collaborato diverse realtà imprenditoriali come il Multisala Palazzo Moncada, l’hotel di charme Antichi Ricordi e il ristorante Sale & Pepe. La proiezione del documentario sulle miniere fa parte di un’iniziativa più ampia sul turismo delle radici e assume particolare rilievo per il ruolo di Caltanissetta capitale mondiale dello zolfo nell’Ottocento e parte del Novecento.
Per raccontare la storia dell’universo umano che gravitava attorno alle miniere è fondamentale la visione del capolavoro di Pietro Germi “Il cammino della speranza” (1950, Orso d’argento al Festival di Berlino) tratto dal romanzo del sommatinese Nino Di Maria, “Cuore negli abissi”. Anche il documentario realizzato nel 2008 dal nisseno Luca Vullo e intitolato “Dallo zolfo al carbone” inquadra le vicende dei minatori emigrati nello scenario del patto italo belga. Perché la vicenda mineraria con il suo contorno di sfruttamento, migrazioni e lotte per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle classi subalterne è una di quelle storie che, a Caltanissetta, dovrebbero essere raccontate sempre. Quelle stagioni di lotta mutarono infatti i rapporti tra proprietari e operai e determinarono una nuova visione del lavoro e dei diritti, ben oltre la categoria dei minatori.