4 Novembre 2024
L'opinione

La cattiva politica de-stabilizza, de-realizza il mondo. Un pensiero di Leandro Janni

Caltanissetta: le proteste per l’acqua dei giorni scorsi (foto inviata da Leandro Janni).
Una pagina del Giornale di Sicilia del 21 giugno 1989 (foto inviata da Leandro Janni).

Riceviamo e pubblichiamo, anche a distanza di tre giorni dall’averla ricevuta, questa riflessione del presidente di Italia Nostra Sicilia, professor Leandro Janni. Il tempo trascorso purtroppo scalfisce poco la sua attualità:

Nel lontano 1989 a Berlino cadeva il muro: iniziò la caduta del comunismo nell’Europa centrale e orientale, si diede inizio al processo di riunificazione della Germania, si concluse la guerra fredda. In quello stesso anno, 1989, Caltanissetta pativa ancora una volta la mancanza d’acqua. Sindaco era Rudy Maira, gestore del servizio idrico l’Eas. Proteste dei cittadini, assemblee, blocchi stradali, occupazione dell’Aula consiliare e conseguenti riunioni delle istituzioni competenti per scongiurare problemi di ordine pubblico e assicurare una migliore distribuzione dell’acqua. Quindi, l’acquisto da parte del Comune di autobotti, ipotesi, progetti, la nomina di un consulente idraulico.

Nel 2024, 35 anni dopo, a Caltanissetta siamo nelle medesime condizioni. Direi persino peggio. Secondo il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900) e la sua teoria dell’“eterno ritorno” – che egli definì «il più abissale dei miei pensieri» –, le vicende del mondo sono destinate a continuare a ripetersi eternamente e identicamente. Con Nietzsche si determina il significato non episodico, ma centrale del nichilismo, come è stato inteso dal pensiero contemporaneo: «Manca lo scopo; manca la risposta al perché; tutti i valori si svalutano». E comunque, al di là della radicale, estrema chiave di interpretazione nietzschiana, certamente la cattiva politica de-stabilizza, de-realizza il mondo e ci costringe ad una dimensione esistenziale drammatica e angosciante. Apparentemente immutabile. Sta a noi riuscire a infrangere, qui in Sicilia, nella nostra realtà esistenziale e territoriale, attraverso la volontà, l’’impegno e la fede nel cambiamento, questa sorta di inestricabile sortilegio collettivo nel quale siamo immersi.

 

 

 

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