27 Luglio 2024
Citta' visibili

Teresa Iacuzzo e Leandro Janni: proposte per una seria prevenzione sul territorio

Veduta aerea della città di Caltanissetta (foto inviata dal presidente di Italia Nostra Sicilia, Leandro Janni).

In questi giorni, la gestione dell’emergenza sanitaria ha stimolato nelle persone interrogativi da porre alle istituzioni e alla politica. Così, diversi cittadini e cittadine hanno manifestato, attraverso i social e le testate locali, proposte per migliorare l’efficienza e l’efficacia delle misure in atto per contrastare la pandemia. Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da Maria Teresa Iacuzzo e Leandro Janni, con alcuni spunti interessanti in tal senso:

«Dopo tre settimane di “zona rossa”, il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino dichiara che la curva dei contagi (per Covid-19) non accenna a diminuire, ma aumenta pericolosamente. Drammaticamente. Inoltre, egli aggiunge che sono presenti focolai in due scuole primarie. Come sappiamo, tali scuole sono chiuse da tre settimane. Pertanto, è evidente che le misure assunte fino ad oggi sono inadeguate. Tali misure, a nostro parere, non intervengono nel cuore del problema.

Quindi, chiediamo di: 1. istituire un hub per tamponi nel centro storico; 2. istituire un hub vaccinale dedicato nel centro storico; 3. potenziare la medicina di prevenzione sul territorio; 4. fare tamponi periodici a tutti gli operatori del commercio; 5. monitorare il tasso di positività; 6. segnare sui marciapiedi, davanti ai negozi – alle banche – agli uffici pubblici, il posto-fila opportunamente distanziato; 7. organizzare una campagna di sensibilizzazione e prevenzione attraverso tutti i mezzi di comunicazione disponibili; 8. continuare a fare tamponi agli operatori sanitari anche se vaccinati; 9. creare sinergie, nello spirito della sussidiarietà, con associazioni private di professionisti, con la Caritas diocesana e con le Caritas parrocchiali.

Dobbiamo aspettare che passi questa lunga e tragica nottata, o pensiamo ad una seria prevenzione sul territorio? Se le istituzioni sanitarie locali non hanno le risorse economico-finanziarie e logistico-organizzative, ci autotassiamo noi cittadini? Qualcuno esperto di logistica si può fare avanti per dare una mano? Chiamiamo i Medici Senza Frontiere?»

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