28 Aprile 2024
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Gender Gap a Caltanissetta: ne parliamo con Ester Vitale, portavoce di Onde donneinmovimento

Ester Vitale
Tra qualche mese, anche Caltanissetta sarà chiamata alle urne per scegliere il nuovo sindaco o la nuova sindaca. Chi sarà premiato o premiata dal voto dovrà occuparsi dei problemi che affliggono il nostro territorio, non ultimo il gender gap. A proposito di parità di genere a Caltanissetta, abbiamo chiesto ad Ester Vitale, portavoce dell’associazione Onde donneinmovimento, di dire qualcosa sulla situazione nissena. Costituita nel novembre del 2005, L’associazione Onde donneinmovimento si batte per l’affermazione delle pari opportunità. Sindacalista di lungo corso, Ester Vitale vanta anche una esperienza all’interno del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE).
«Il gender gap è strettamente legato al welfare e alle politiche pubbliche di tutela della cittadinanza» – ha dichiarato la portavoce di Onde – «dunque al Sud e, in particolare, nella nostra provincia, si avverte maggiormente il divario di genere. Inoltre, in un territorio caratterizzato da bassa occupazione, le donne sono ancora più soggette ad essere escluse dal mondo del lavoro. Tuttavia ci vorrebbero dei dati specifici per comparare Caltanissetta al resto d’Italia. Attualmente abbiamo la classifica del Sole24ore che colloca Caltanissetta al quintultimo posto per qualità della vita delle donne. Anche se i dati vanno interpretati, Caltanissetta sconta una mancanza cronica di servizi che certamente non rende la vita facile alle donne. D’altra parte, visto che la maggior parte delle donne lavora nella pubblica amministrazione, scontiamo un minore gender pay gap che, come è noto, si annida maggiormente nel settore privato. È difficile ad esempio ragionare sugli indicatori relativi alla violenza di genere perché non abbiamo statistiche pubbliche e consultabili però sappiamo con certezza che il nostro Centro Antiviolenza (come quasi tutti del resto) è in perenne difficoltà economica. Abbiamo una discreta presenza di donne nei ruoli politici e istituzionali che però non corrisponde ad un’affermazione femminile nel contesto cittadino. Sappiamo che a Caltanissetta è quasi impossibile abortire in una struttura pubblica per via del numero inammissibile di obiettori di coscienza e che i Consultori non funzionano come sarebbe auspicabile. Sulla Toponomastica poi, abbiamo un gap enorme».
Un contesto in cui l’associazione cerca di promuovere iniziative utili ad elevare la differenza di genere ad elemento di ricchezza in qualsiasi ambito.
«La nostra Associazione» – ha aggiunto Ester Vitale – «si muove essenzialmente su un piano politico-culturale. Noi cerchiamo di interagire con gli Enti e le Istituzioni preposti a risolvere o almeno ad affrontare queste problematiche. Purtroppo è difficilissimo perché a Caltanissetta l’autoreferenzialità è un po’ la cifra di tutti e tutte coloro che arrivano a ricoprire ruoli pubblici. Accade dunque che siamo costrette a reiterare per mesi, richieste di incontro o proposte di attività. Nel nostro piccolo, tuttavia, negli anni siamo riuscite in collaborazione con altre Associazioni a far nascere il Centro Antiviolenza, ad avere alcuni servizi della Breast Unit a Caltanissetta, ad intitolare sedi e luoghi a donne meritevoli di essere ricordate. Con la Consulta comunale femminile abbiamo lavorato moltissimo per ottenere un regolamento sulla partecipazione inclusivo senza però riuscirci. Abbiamo al nostro attivo anni di interventi nelle scuole sui temi della parità di genere e del contrasto alla violenza, inoltre attraverso convegni e incontri cerchiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi».
Insomma, chi si candida a ricoprire il ruolo di sindaco o sindaca in città, dovrebbe chiarire cosa intende fare anche in questo ambito.

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