14 Ottobre 2024
Il fatto

Pietro Bartolo a Caltanissetta, un medico per il Pd

Pietro Bartolo

Dilaniato dalle lotte intestine ed azzerato dai risultati dell’ultima tornata elettorale, il Partito democratico nisseno riuscirà a risalire la china? Se lo chiedono in molti, soprattutto dopo i comunicati stampa e i post di questi giorni, che la dicono lunga sullo stato di sofferenza del maggiore partito di quel centrosinistra che per i prossimi cinque anni non avrà nessun rappresentante al consiglio comunale. E questo, nonostante i 479 voti riportati da Annalisa Petitto, che valuta comunque un ricorso al TAR. Ciliegina sulla torta, l’ex consigliere comunale e dirigente politico Francesco Dolce ha rassegnato le sue dimissioni da tutte le cariche ricoperte all’interno del partito, chiedendo anche al segretario Dem di fare un passo indietro.

Il primo errore che ha causato la sconfitta? Quello di presentarsi alle amministrative senza il proprio simbolo, come una forza mascherata da lista civica e rinunciataria di un’identità e di una storia definite e riconoscibili? Comunque sia andata, questo è un atteggiamento che fa riflettere, visto che il privarsi della propria fisionomia per inseguire l’elettorato è un’abitudine che la sinistra pratica, senza ottenere risultati soddisfacenti, non da oggi. Eppure, anche in questa situazione c’è chi prova a mettere in campo temi politici forti, come quelli legati alle migrazioni contemporanee che stanno a cuore a Pietro Bartolo, il medico dei migranti di Lampedusa candidato alle europee nella lista Pd, ieri a Caltanissetta per parlare alla gente della necessità di mettersi in gioco.

Il pubblico presente all’incontro

Certo, suona strano che Bartolo si presenti proprio nel partito di Minniti, che ha stretto quegli accordi con la Libia oggi duramente criticati. Il fatto che comunque fa ben sperare è la possibilità che candidature come queste implichino, all’interno del Pd, una messa in discussione della politica concepita fino ad oggi e l’avvio di un nuovo inizio fuori dai palazzi, per una maggiore inclusione sociale di quelle persone alle prese con i mille problemi della vita quotidiana.

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