27 Luglio 2024
Il fatto

Bene la differenziata ma niente governo dei processi: così Salvatore Messana vede Caltanissetta oggi!

Comincia ad entrare nel vivo la campagna per le amministrative del 28 aprile, c’è chi si candida per la prima volta e chi invece è già stato primo cittadino. Abbiamo intervistato Salvatore Messana, già sindaco di Caltanissetta dal 1999 al 2009, partendo da una delle questioni che ci sta più a cuore, il centro storico.

Domanda: Negli anni il quartiere Provvidenza non ha mutato molto il suo aspetto complessivo, caratterizzato da incuria, degrado e abbandono. Vi sono state iniziative lodevoli, come quella di Beatrice Giammusso, attraverso le quali è stato possibile ricavare da veri e propri tuguri camere moderne e superaccessoriate, tanto da rendere questo quartiere, che è uno dei più antichi, ospitale per i turisti che arrivano in città. A differenza degli altri candidati, lei è già stato sindaco e lo è stato per ben due mandati. Perchè la sua giunta non è riuscita ad intervenire con efficacia per valorizzare questo pezzo importante di città? Prendo spunto anche da quanto affermato dall’architetto e presidente regionale di Italia Nostra, Leandro Janni, che ha individuato nell’amministrazione Abbate la sola che ha tentato di far qualcosa in merito…

Risposta: Il problema principale del quartiere Provvidenza è la gran quantità di case non abitate e quindi la presenza di pochi residenti. Durante gli anni della mia amministrazione c’eravamo posti l’obiettivo di riportare gli abitanti mediante edilizia economica e agevolata, case popolari e cooperative. Ma questa idea alla quale il Comune aveva dato ogni contributo tecnico ed economico non ha avuto il successo sperato, perchè è molto più costoso ristrutturare immobili in zone sottoposte a vincolo che non costruire su aree pianeggianti e non edificate. Non c’è una legge, in Sicilia, a salvaguardia di tutti i centri storici ma esistono specifiche norme per specifiche città. Gli immobili da ristrutturare sono di proprietà privata e la pubblica amministrazione può intervenire con misure non a beneficio individuale. Alcune esperienze portate avanti dai Comuni anche in Sicilia, con acquisizione al patrimonio pubblico degli immobili e la cessione a prezzi simbolici a chi si impegna a ristrutturarli, sono un’idea interessante che pensiamo di portare avanti anche stabilendo convenzioni con notai, architetti, ingegneri e tecnici, per favorire chi decide di ristrutturare. Tra le altre iniziative in merito, abbiamo pensato anche a un piano di fiscalità locale mirato all’obiettivo, che è quello di favorire il ripopolamento complessivo del centro storico. Io però non ci sto a dire che non abbiamo fatto niente. Le questioni complesse non si risolvono con ricette semplici e le azioni richiedono continuità negli anni.

Domanda: La sua proposta per il recupero e la valorizzazione del quartiere Provvidenza e del centro storico in generale, in cosa consiste?

In buona sostanza, cercheremo di favorire l’acquisizione degli immobili al patrimonio pubblico e la loro cessione, secondo procedura, a cittadini che si impegnino a ristrutturarli. Occorre comunque fare un piano generale, anche di salvaguardia, perchè c’è pure chi preferirebbe abbattere. Il tema del quartiere Provvidenza è una specifica criticità ma bisogna porsi il problema di tutto il centro storico. Per questo occorre certamente studiare un nuovo piano di mobilità, anche con strumenti alternativi e nuove tecnologie, come il car sharing e il bike sharing e riverificare la convenzione per il trasporto pubblico. Ricordo che durante la mia sindacatura, il Comune ha acquistato un autobus elettrico, dato in uso alla Scat, che faceva un servizio gratuito da viale della Regione a corso Umberto. Il bus è fermo da anni perchè nessuno è riuscito a comprare la batteria che si era esaurita. Abbiamo in mente di avviare iniziative di coworking anche nel campo sanitario. Sono solo alcuni esempi e ovviamente le politiche urbanistiche dovranno essere tutte rivolte a bloccare l’espansione del perimetro urbano della città.

Domanda: Come trova Caltanissetta rispetto a quando governava lei? Cosa è migliorato e cosa, invece, è peggiorato…

Risposta: Caltanissetta mi sembra senza governo dei processi. Nonostante gli sforzi, che riconosco, non si comprende quale destino e quale futuro esistano, in questo momento, per la città. Le iniziative, anche quelle buone, appaiono non sempre collegate ad un unico progetto. Certamente la raccolta differenziata dei rifiuti è stata, a mio avviso, gestita bene, con obiettivi importanti che si sono raggiunti. Ciò che è peggiorato è il tessuto economico ed anche la fruibilità degli impianti pubblici, come quelli sportivi.

Domanda: Qual’è il perno attorno al quale ruota il suo programma per la città? Quali sono gli aspetti principali di cui si vorrebbe occupare, se dovesse venire eletto?

Risposta: Merito, etica e comunità: su questi valori si costruiscono specifiche proposte. Abbiamo un piano generale dell’economia, con particolare riguardo al comparto del commercio. Pensiamo a meccanismi di premialità, che consistono nel premiare i cittadini virtuosi mediante benefit e servizi, per provocare le buone prassi con forme di ricompensa anche nell’elargizione gratuita di servizi a pagamento. Pensiamo al chilometro zero, con l’obiettivo di favorire ogni azione che faccia ricircolare nel tessuto economico cittadino il denaro che arriva da soggetti pubblici e privati. Sono pochi esempi di un programma complesso ma molto innovativo.

 

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